Nel mese di febbraio aveva fatto scalpore la decisione di chiudere Maya Bay, la spiaggia di Phi Phi Island famosa per il film The Beach di Leonardo Di Caprio. Anche le Filippine hanno deciso di seguire l’esempio della Thailandia chiudendo l’Isola di Boracay.
Turismo selvaggio e sostenibilità ambientale
Tutti sogniamo di trascorrere una vacanza in un paradiso terrestre però il turismo selvaggio non rispetta la sostenibilità ambientale e alcuni posti rischiano di scomparire per sempre. C’è chi ha deciso di correre ai ripari come la Thailandia e le Filippine. La decisione di chiudere le spiagge e inibire l’accesso ai turisti è sicuramente drastica ma necessaria per garantire la rigenerazione ambientale. Secondo quanto si apprende da Repubblica, Duterte ha stabilito che l’Isola di Boracay, famosa per le spiagge bianche, sarà inaccessibile per 6 mesi. Le 500 attività (circa) che hanno sede sull’isola hanno scaricato in mare le acque reflue. Boracay è considerata la perla dell’arcipelago delle Filippine e durante un convegno Rodrigo Duterte affermò senza alcuna vergogna che il mare era diventato un pozzo nero.
Filippine, stato di calamità a Boracay?
Il ministro dell’ambiente ha portato avanti l’iter per chiudere l’isola a fine aprile, quando si registra il picco di presenze. In 6 mesi dovrebbero essere completate le procedure di “pulizia”. Ovviamente non sono mancate le opposizioni dai titolari delle attività ricettive e gruppi di cittadini che non hanno idea di cosa faranno in questi mesi. C’è da dire che è ancora in cantiere un progetto che prevede chiusure parziali e a rotazione. Intanto la Protezione Civile ha avviato un’indagine per capire se c’è lo stato di calamità.
Gli impianti di depurazione e di rete fognaria infatti sono inefficienti e durante il passaggio delle tempesta tropicale Urduja sono emersi cumuli di sostanze organiche e inorganiche che hanno inquinato l’isola. Forse la colpa non è solo dei turisti che inquinano troppo, infatti il governo locale e quello provinciale si sono riuniti con i capi dei servizi idrici e con le altre agenzie che si occuperanno della pulizia di Boracay per studiare delle soluzioni efficaci. Ma molti sono convinti che i 6 mesi stabiliti sono insufficienti perché l’ecosistema del paradiso delle Filippine è stato danneggiato da anni di incuria.