Gli USA hanno lanciato a sorpresa 59 missili su una base aerea siriana, ritenuta quella da cui sono partiti gli aerei che avrebbero lanciato bombe chimiche che hanno provocato decine e decine di vittime delle quali molti bambini e donne. Non entriamo nel merito della vicenda siriana, di chi sia la responsabilità di tante morti, se di El Assad o se è stato un caso fortuito dovuto all’esplosione di un deposito di armi chimiche in seguito a bombardamenti con armi convenzionali.
Tutto è ancora da chiarire, se mai lo sarà, né vogliamo approvare o condannare l’intervento USA: ci occupiamo di valutare la conseguenza sull’economia. Di certo c’è che il Petrolio ha visto incrementare la sua quotazione, così come l’altro Bene rifugio per eccellenza, l’oro. Le Borse sono tutte in regresso, tranne Tokyo che è in terreno positivo. Gli investitori sono prudenti, fermi a capire cosa succederà anche nei rapporti tra USA e Russia che ha condannato l’attacco missilistico, sebbene preventivamente informata anche per permettere ai militari russi di mettersi al riparo.
Il dollaro ha subito un calo ma poi ha ripreso quota assestandosi ai livelli del giorno prima. Ora gli occhi sono puntati a oriente, verso la Cina e verso la Corea del Nord, verso la quale l’attacco in Siria rappresenta un avvertimento, dopo che Trump non ha escluso un intervento armato anche verso questo Paese asiatico.