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Concorsi truccati, scandalo a Firenze: arrestati 7 professori universitari

Chiamata alle armi. È questo il nome dell’inchiesta della Guardia di Finanza di Firenze estesa agli atenei della penisola che ha portato all’arresto di 7 professori. Per altri 22 invece è stata disposta l’interdizione dall’insegnamento per un anno.

Corruzione negli atenei universitari per le cattedre: la denuncia del ricercatore

I professori di diritto tributario avevano stabilito degli accordi sistematici per rilasciare le abilitazioni all’insegnamento basati su scambi di favori e non sulla meritocrazia. Sono queste le ipotesi della procura di Firenze. Questa mattina la Guardia di Finanza ha eseguito 29 misure cautelari a carico di diversi docenti, 7 sono agli arresti domiciliari, mentre gli altri 22 non possono insegnare per effetto del provvedimento interdittivo. Gli indagati sono complessivamente 59 e, secondo quanto riporta Repubblica Firenze, tra loro c’è anche l’ex ministro delle Finanze Augusto Fantozzi. L’avvocato Antonio D’Avirro che difende Fantozzi ha dichiarato che il professore è estraneo ai fatti contestati perché era già in pensione all’epoca degli avvenimenti e si è reso disponibile ad un confronto con i magistrati il prima possibile.

Gli inquirenti hanno spiegato che le indagini sono partite a Firenze dove alcuni professori hanno ‘invitato’ un ricercatore candidato al concorso per l’abilitazione all’insegnamento di diritto tributario, a ritirare la sua domanda per favorire un altro ricercatore con la promessa che sarebbe stato favorito in futuro. I vincitori del concorso nazionale, secondo quanto ricostruito grazie alle intercettazioni, venivano scelti dai componenti della commissione giudicante, un sistema di ‘chiamata alle armi’ appunto.

I nomi dei docenti arrestati nell’inchiesta Chiamata alle Armi

Sono 150 le perquisizioni in tutta Italia e 500 circa gli agenti del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza impegnati nelle operazioni. Decisive le intercettazioni: «Non è che non sei idoneo… Non rientri nel patto». L’esito dei concorsi era regolata da una spartizione territoriale, accedeva alla cattedra il favorito di turno, senza tenere conto del merito. I docenti arrestati sono: Guglielmo Fransoni tributarista dello studio Russo di Firenze, professore a Foggia ed ex collaboratore di Stefano Ricucci, Fabrizio Amatucci professore di Napoli, Giuseppe Zizzo dell’università Carlo Cattaneo di Castellanza (Varese), Alessandro Giovannini dell’università di Siena, Giuseppe Maria Cipolla dell’università di Cassino, Adriano Di Pietro dell’università di Bologna, Valerio Ficari ordinario a Sassari e supplente a Tor Vergata a Roma.

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