Lucio, accusato dell’omicidio di Noemi Durini, trovata morta il 13 settembre 2017 nelle campagne di Castrignano del Capo, in provincia di Lecce. Il ragazzo, all’epoca dei fatti minorenne, confesso di aver ucciso la fidanzata 10 giorni dopo la sua scomparsa e per questo rinchiuso nel carcere di Quartuccio a Cagliari. Nel corso della giornata di ieri Lucio si è presentato oggi in aula per discutere della richiesta del rito abbreviato, avanzata dai suoi legali, incontrando così i genitori della vittima.
Omicidio Noemi Durini, i fatti
Per la triste vicenda, la Procura dei minori di Lecce, ha chiuso il fascicolo ritenendo Lucio unico responsabile della morte di Noemi Durini. Stessa cosa la Procura Ordinaria che, dopo aver indagato i genitori di Lucio per favoreggiamento (si ipotizzava che avessero aiutato il ragazzo ad occultare il cadavere) e un meccanico di Patù, Fausto Nicolì, uomo su cui dopo aver ritrattato la confessione il 18enne aveva addossato la responsabilità del delitto, ha proceduto con l’archiviazione delle loro posizioni. Il Gup del Tribunale dei Minori di Lecce ha accolto la richiesta per il rito abbreviato e ha disposto l’inizio del procedimento a carico di Lucio, accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere con l’aggravante della premeditazione e dei futili motivi, per il 2 e 3 ottobre.
Lucio incontra genitori di Noemi
Il giovane, scortato dalla polizia carceraria, è entrato in aula da un ingresso secondario, ed una volta entrato in aula ha visto per la prima volta i genitori di Noemi Durini, la sfortunata ragazza di Specchia. Erano presenti in aula anche i genitori di Lucio, che hanno gridato “Siamo orgogliosi”. Non sono mancati momenti di tensione tra tra i genitori di Lucio e i giornalisti che aspettavano fuori dal Tribunale dei Minori di Lecce. Remo Croci, giornalista di Quarto Grado, è stato spintonato violentemente dal padre di Lucio, Biagio Marzo, che nel contempo tirava a se la moglie che riferendosi alle dichiarazioni rese in aula dal figlio che ha ricostruito la vicenda, ha gridato “Siamo orgogliosi, siamo vivi”. Nella ricostruzione sull’omicidio di Noemi, il giovane ha, infatti ricordato di aver ucciso la ragazza poiché lo pressava di uccidere i genitori, che ostacolavano la relazione tra i due.