L’ex presidente della Camera Gianfranco Fini rischia il processo perché il denaro che aveva ricevuto dalla società di Gianluca Corallo era di natura illecita. La procura di Roma ha formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio.
Conti correnti offshore riconducibili Fini e Tulliani
L’ex leader di Alleanza Nazionale è accusato di riciclaggio insieme alla compagna Elisabetta Tulliani, al padre e al fratello della donna e all’imprenditore Gianluca Corallo. Il denaro ricevuto dalla società Global Starnet ltd di Corallo, che detiene il monopolio delle slot machine in Italia, secondo la Procura della Repubblica di Roma, era di natura illecita. Gli accertamenti, secondo Il Sole 24 Ore, hanno subito uno sprint dopo l’arresto di Corallo che è accusato di aver riciclato denaro in concorso con Gianfranco Fini utilizzando conti correnti offshore. L’ex leader del centrodestra ha stretto un accordo con Corallo per favorire la sua scalata nella gestione delle slot machine. Tra il 2008 e il 2015, Gianfranco Fini avrebbe ricevuto circa 4 milioni e 200mila euro e parte di questo denaro proviene dal Preu, cioè il prelievo erariale unico sulla vincite delle slot machine.
Emanazione decreto 78 del 2009: la scalata di Corallo
Per favorire la scalata di Gianluca Corallo, Gianfranco Fini ha emanato il decreto 78/2009 studiato per l’operazione. Stando a quanto riporta Il Sole 24 Ore ci sono due versamenti fatti dalla società di Corallo sui conti correnti dei Tulliani che possono essere riconducibili al decreto n. 78 del 2009, pubblicato il primo luglio dello stesso anno. Il 7 luglio è stata versata una tranche di 200mila euro, mentre il 24 novembre una seconda tranche di 2 milioni e 400mila euro. È stato proprio questo versamento che ha destato i sospetti della Procura, perché nella causale del trasferimento è indicato il il decreto 78/2009.