La Royal Society britannica ha esaminato le prove genetiche trovate sull’Himalaya e che sono state attribuite alla creatura leggendaria: il DNA non mente sull’abominevole uovo delle nevi.
Lo Yeti non esiste, il DNA demolisce il mito
L’abominevole uomo delle nevi non è umano: lo Yeti, in realtà, sarebbe solo un orso. A smontare la teoria è la prestigiosa accademia scientifica britannica, la Royal Society fondata nel 1660. I ricercatori hanno esaminato il DNA di quelle che finora si ritenevano fossero le prove fisiche dell’esistenza dello Yeti. Le prove genetiche hanno rivelato che la misteriosa creatura avvistata nelle remote aree della catena dell’Himalaya è riconducibile a tre diversi tipi di plantigrado, ovvero il nero asiatico, il marrone tibetano e il marrone himalayano.
Che cos’è lo Yeti in realtà
Queste tre sottospecie abitano in specifiche nicchie della zona e tutte e tre sono state erroneamente scambiate con lo Yeti. A spiegare i risultati è il coordinatore della squadra di scienziati che ha partecipato alla ricerca, Charlotte Lindqvist, della University americana di Buffalo. Non si tratta del primo studio sull’abominevole uomo delle nevi, ma è la prima volta che viene analizzata dal punto di vista genetico con l’ausilio di ossa, denti, pelle, peli e feci. In realtà i resti appartengono a 23 diversi orsi dell’Himalaya.
Leggende e avvistamenti dello Yeti in Himalaya
Quindi, le leggende sugli avvistamenti che hanno segnato la storia del tetto del mondo sono solo una fake news. Anche Charles Howard-Bury, colonnello membro della Royal Geographical Society, raccontò che nel 1921 aveva scoperto sulla neve le tracce di un uomo scalzo. Gli sherpa, ovvero le guide himalayane che erano con lui durante la spedizione, spiegarono che queste tracce appartenevano a metoh-kangi, che in lingua autoctona si può tradurre come uomo-orso delle nevi. Da qui, le leggende e gli avvistamenti si sono moltiplicati, finché test genetici non hanno dato prova che lo Yeti è un orso.