L’Agenzia delle Entrate e le Fiamme Gialle passano al setaccio i conti correnti degli italiani grazie alle nuove regole, alla revisione delle norme e agli effetti delle sentenze della Cassazione. Qualsiasi transazione infatti può essere soggetta ad accertamento e il contribuente dovrà dimostrare che il prelievo o il versamento sono leciti.
Regole controlli su operazioni
L’Anagrafe dei conti correnti rende il lavoro dell’Agenzia delle Entrate più agevole perché gli consente di analizzare i movimenti bancari. La regola che vale è quella dell’inversione dell’onere della prova, il titolare del conto deve dimostrare che il denaro oggetto della transazione proviene da attività lecite. I controlli riguardano le imprese, i professionisti e tutte le persone fisiche. Facciamo un esempio: il titolare di un conto, versa una somma maggiore dello stipendio. Il Fisco fa scattare l’accertamento ed eventualmente una richiesta di chiarimento. Tutti i versamenti sul conto corrente sono redditi imponibili tranne le vincite al gioco e le donazioni, ma il titolare del conto deve dimostrarlo ecco perché è preferibile indicare sempre la causale del versamento.
Quali sono le tempistiche
L’Agenzia delle Entrate fa scattare i controlli entro il 31 dicembre del quinto anno successivo alla presentazione della dichiarazione dei redditi. Come abbiamo anticipato, mettere mani al conto corrente dei contribuenti è più facile adesso. La V Sezione Civile della Corte di Cassazione si è espressa a favore dell’Agenzia delle Entrate e ha condannato un professionista consentendo al Fisco di procedere con gli accertamenti bancari. I giudici hanno consentito all’Agenzia delle Entrate di compiere accertamenti senza la presenza di indizi gravi su presunta evasione fiscale e la Guardia di Finanza può non essere coinvolta nell’operazione. Nel caso specifico il contribuente aveva fatto prelievi e versamenti considerati non congrui rispetto al reddito dichiarato.