Dipendenti retribuiti solo in banca o alle poste dopo l’addio allo stipendio in contanti. La proposta di legge è stata approvata dalla Camera con 413 voti favorevoli, 5 contrari e 1 astenuto. Scopriamo insieme cosa è cambiato.
Stop pagamenti in contanti, le eccezioni
Non è più possibile pagare in contanti i dipendenti, le aziende potranno procedere al saldo della busta paga con bonifico bancario o assegno. È questa l’ultima novità introdotta con una legge approvata alla Camera. Il testo ora deve passare all’esame del Senato ma considerato il gran numero di voti favorevoli è quasi certo che il cammino legislativo non verrà interrotto. Il provvedimento è nato per contrastare la pratica di pagare la busta paga in contanti, corrispondendo una somma inferiore rispetto a quella indicata con il ricatto del licenziamento. L’assegno bancario o postale, secondo la legge, sarà corrisposto direttamente al lavoratore oppure ad un suo delegato in questo modo tutti i pagamenti saranno tracciati.
Il datore di lavoro è tenuto a comunicare al centro per l’impiego le modalità di pagamento e gli estremi dell’istituto bancario o dell’ufficio postale che dovranno effettuarlo. Il governo inoltre sarà chiamato a stipulare una convenzione con i datori di lavoro, con le confederazioni dei lavoratori e infine con ABI e Poste Italiane. I soggetti che non sono titolari di partita IVA sono esclusi dall’applicazione di queste norme e chi non si adeguerà sarà sanzionato con multe dai 5 ai 50 mila euro.
Deputati PD soddisfatti: legge impedisce abusi
Titti Di Salvo, prima firmataria del provvedimento è molto soddisfatta perché finalmente non ci saranno più estorsioni ai danni dei lavoratori, la relatrice Valentina Paris ha aggiunto che questo è un passo importante per la tutela dei dipendenti e che si impegnerà per l’approvazione entro la fine della legislatura. Pochi gli articoli perché è una norma di garanzia e un’operazione che tutela anche i datori di lavoro onesti.