Oggi, 19 settembre 2017, il colosso USA dei giocattoli si arrende e dichiara fallimento, Toys R’ Us in bancarotta per la crisi del commercio al dettaglio e le vendite online su Amazon causano l’addio al paese dei balocchi made in USA
Toys R’ Us iscritta al Chapter 11, niente più balocchi
Il re dei balocchi USA Toys R’ Us a un passo dal fallimento. Il colosso dei giocattoli ha depositato la documentazione per il Chapter 11, la bancarotta assistita, divenendo così l’ultima vittima del boom delle vendite online che ha mandato in crisi il commercio al dettaglio e che ha fatto andare in fallimento i grossi nomi dell’economia e del mercato. L’azienda è stata fondata da Charles Lazarus originariamente con il nome Children’s Supermart, a Washington nel 1948 durante il Dopoguerra durante il boom economico, ed era specializzato nella vendita di mobili per bambini. Nel 1957 il definitivo cambio di nome.
Toys R’ Us a rischio chiusura negli USA
La riorganizzazione tramite il Chapter 11 della maggiore catena di giocattoli americana è l’ultimo segnale, della crisi dell’industria delle vendite al dettaglio. Amazon è in ascesa e Toys R’ Us ha 400 milioni di dollari di debito, tanto da spingere l’azienda a studiare l’ipotesi bancarotta. Le agenzie di rating hanno già tagliato la loro valutazione sulla società. Standard & Poor’s e Fitch hanno rivisto al ribasso il rating di Tots R’ Us in seguito alla crescente possibilità di una ristrutturazione del debito. Le attività al di fuori degli Stati Uniti e del Canada, compresi 255 negozi autorizzati e partnership in joint venture in Asia, essendo entità separate, non sono comprese nella procedura. Toys’R’Us è il secondo rivenditore di giocattoli negli Stati Uniti dopo il colosso delle vendite online Amazon, secondo la società di consulenza Kloster Trading Co.
Perché Toys R’ Us è in bancarotta
Oggi, 19 settembre 2017, il re dei giocattoli ha abdicato ad Amazon e allo shopping online: il colosso americano dei giocattoli ha depositato definitivamente l’istanza di procedura fallimentare assistita, puntando a risanare, nel corso di 1 anno, il debito contratto di oltre 400 milioni di dollari. La rovina è data dall’e-commerce, il commercio online tramite Internet che ha impoverito il settore della vendita al dettaglio. Il Chapter 11 a poche settimane dall’avvio della stagione delle vendite natalizie, in cui si concentra il grosso del giro d’affari del gruppo.