Il consumo di integratori a base di ferro potrebbe avere delle conseguenze negative per la nostra salute. Secondo recenti studi infatti pare che siano responsabili della comparsa di alcune tra le forme più aggressive di cancro al colon.
Quali sono i composti pericolosi?
Gli integratori di ferro “accusati” di incentivare il carcinoma del colon-retto sono quelli con citrato ferrico ed EDTA ferrico. Queste sostanze si trovano anche negli alimenti e non solo nei farmaci da banco perché sono additivi alimentare. A parlare della correlazione con la formazione di biomarker per il cancro è lo studio della Chalmers University of Technology in Svezia condotto su alcune cavie da laboratorio. Gli scienziati coordinato da Nathalie Scheers hanno notato che invece il solfato ferroso è molto più sicuro e non produce effetti negativi. La conclusione degli studiosi è che il citrato ferrico e l’EDTA ferrico potrebbero essere cancerogeni perché a differenza dell’altro composto aumentano la formazione di “amphiregulin” il biomarker associato al cancro.
Qual è il miglior integratore di ferro?
In commercio non ci sono solo questi tipi di ferro ma ce ne sono almeno una ventina quindi i consumatori sono disorientati al momento dell’acquisto. Molti fornitori inoltre non dichiarano il tipo di composto ma si limitano solo a dire che si tratta di un integratore a base di ferro.
Chi soffre di anemia non legata a disturbi più gravi deve fare ricordo agli integratori di ferro ma, come dicevamo all’inizio, troviamo questi composti anche negli alimenti di tipo industriale. La nostra alimentazione non è equilibrata, quindi i cibi vengono arricchiti con vitamine e minerali, peggiorando la situazione. La concentrazione di ferro ematico aumenta consumando carne, pesce, frutta, verdura e cereali integrali, prodotti semplici alla base della dieta mediterranea.
Studi in corso
I ricercatori invitano a non essere allarmisti perché sono in corso nuovi studi. Quelli condotti sono stati fatti su cellule tumorali umane in laboratorio e i meccanismi che sono stati osservati richiedono maggiori approfondimenti. Nathalie Scheers sostiene che “le autorità devono iniziare a distinguere tra una forma e l’altra di ferro” e invita a “considerare che forme diverse possono avere effetti biologici diversi”.