Un ago che si usa per misurare la glicemia è la probabile fonte di contagio: viene usato anche per verificare o meno la presenza del virus portato dalla zanzara anofele o Anophele
Sofia contagiata da un ago pungidito
Un ago pungidito può essere la causa dell’assurda morte di Sofia, la bambina morta di malaria in ospedale a Brescia il 4 settembre 2017. Uno strumento che serve sia per controllare la glicemia, ovvero il livello degli zuccheri nel sangue, sia per verificare la presenza del virus portato dalla zanzara anofele e che in Italia era solo un brutto ricordo, fino a questo decesso. Due ricoveri in due strutture diverse, ovvero a Portogruaro (VE) e a Trento, ma è proprio qui che ha contratto la malattia per un errore umano. Ovviamente, queste sono solo delle ipotesi, perché le indagini sono ancora in corso.
Sofia era diabetica, spunta l’ipotesi ago pungidito infetto
La teoria del direttore del Centro Travel Medicine and Global Health, Walter Pasini, ha dell’incredibile: a portare alla morte della bambina per malaria sarebbe stato un semplicissimo ago pungidito. Questi aghi che si usano sui diabetici sono dello stesso tipo di quelli che servono per l’esame della goccia spessa, un esame utile per la diagnosi della patologia. Il contagio è avvenuto tra il 16 e il 20 agosto 2017 e si ipotizza l’errore umano. Infatti, in quel periodo a Trento erano presenti due bambine africane affette dal virus. L’ago ha trasmesso il protozoo della patologia alla bambina, mediante puntura su un polpastrello della mano. Sofia era affetta da diabete e sarebbe l’unica spiegazione plausibile, visto che non ci sono tracce di zanzara Anophele.
Malaria a Trento, contagio intraospedaliero
Insomma, un altro caso di infezione intraospedaliera. Le ipotesi sono al vaglio degli investigatori, visto che è in corso una inchiesto contro ignoti dalla Procura di Trento per omicidio colposo. Dal contagio ospedaliero alla zanzara infilata nel bagaglio, fino a una zanzara autoctona in grado di trasmettere la malattia. Ma quella più probabile è sicuramente il contatto con sangue infetto, visto che la famiglia della bambina non si è mossa dall’Italia. E intanto la famiglia di Sofia vuole riservatezza, visto che a breve ci saranno i funerali della piccola in forma privata.