Il Reddito di Inclusione è una realtà e i soggetti interessati possono inoltrare la domanda dal 1° dicembre dello scorso anno. Come potete facilmente immaginare c’è stato un vero e proprio boom di richieste, soprattutto in alcune Regioni.
Cos’è il Rei?
Rei è l’acronimo di Reddito di inclusione uno strumento pensato per sostenere le famiglie in stato di povertà. Il Rei è entrato in vigore a gennaio 2018 così come stabilito dal D.Lgs. 147 del 15/09/2017. Dal 1° dicembre ad oggi sono state fatte circa 70mila domande, un chiaro segnale del fatto che il provvedimento era atteso da moltissimi italiani che stentano ad arrivare a fine mese. Il Reddito di Inclusione consiste in un assegno mensile il cui importo varia da 187 a 485 euro al mese. Il calcolo viene effettuato in base al numero dei componenti del nucleo familiare e ma non può superare l’importo di 485 euro.
Requisiti domanda reddito di inclusione
La domanda per il Rei può essere presentata dalle famiglie nel cui nucleo siano presenti figli minori o inabili, donne incinta e disoccupati over 55. Tra i requisiti c’è anche il limite massimo dell’ISEE di 6.000 euro. Inoltre chi invia la domanda per beneficiare del reddito di inclusione deve risiedere in Italia in via continuativa da almeno due anni e non avere redditi o patrimoni incompatibile con il limite ISEE. Per il 2018 sono stati stanziati 1,7 miliardi di euro per il Rei, che saranno destinati a circa 1,8 milioni di persone che vivono in ristrettezze economiche. Il termine ultimo per l’invio della domanda per il reddito di inclusione è stato fissato al 30 giugno 2018.
Quali sono le regioni con le maggiori richieste di Rei?
Dall’avvio della procedura sono state inoltrate ai Comuni più di 70mila domande, come abbiamo specificato all’inizio. Molte di queste arrivano dalla regione Campania (22%) segue la Sicilia (21,4%) e in coda la Calabria (10%). Il reddito di inclusione fotografa la situazione attuale della povertà del nostro paese a aumenta il divario tra Nord e Sud, anche se il dato della Calabria non è da sottovalutare. Nei prossimi mesi sarà possibile fare dalle statistiche e si attendono le elezioni politiche 2018 con la speranza che il governo attui delle misure per favorire l’occupazione, perché il reddito di inclusione deve rimanere solo una misura straordinaria.