Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha accusato Google perché mostra solo articoli inattendibili, secondo il suo parere, e si riaccende il dibattito sul motore di ricerca.
Donald Trump contro Google
Donald Trump attacca Google, dimostrando di non conoscere qual è il funzionamento del motore di ricerca. Prima di scatenare la risata collettiva, per dovere di cronaca, dobbiamo dire che nemmeno chi lavora sul web ha capito come funziona Google. Secondo il presidente degli States, New York Times e Cnn non sono delle testate giornalistiche rispettabili perché condividono spesso notizie non attendibili sul suo conto. Il motore di ricerca però analizza prima quali sono le pagine web disponibili, inclusi i siti di news, poi analizza i link e li sistema in base alle parole chiave. I risultati di ricerca invece sono organizzati secondo algoritmi che tengono conto del contenuto, della posizione geografica, della cronologia delle ricerche e del dispositivo in uso. Donald Trump dovrebbe provare a cercare il suo nome da un pc in Italia per scoprire che ci sono altri risultati diversi rispetto a quelli che visualizza alla Casa Bianca.
Google è truccato?
Da anni è in corso il dibattito sulla regolarità di Google ma non ci sono novità perché l’azienda ha sempre respinto tutte le accuse ai mittenti e ha spiegato che i risultati di ricerca non dipendono da interventi umani. Nessuno stabilisce quali sono le notizie più importanti su Google News. Il Guardian nel 2016 aveva condotto un’indagine per dimostrare che Google favorisce le informazioni false con la funzione di auto completamento. I giornalisti avevano digitato nella barra di ricerca “climate change is” ed erano usciti dei suggerimenti negativi come “is not real”. Nel tempo Google tende ad eliminare le informazioni tendenziose, oggi infatti cercando la stessa frase non appare niente. Eppure non riusciamo a capire come mai oggi Trump ha twittato ancora contro Google, forse ha letto l’articolo del PJMedia che sostiene che i risultati della ricerca “Trump news” derivano da siti di media liberali.