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Terremoto Molise, scosse di assestamento: INGV analizza le faglie

Foto: ANSA

Ieri sera la terra ha tremato in Molise. Il terremoto di magnitudo 5.2 (scala Richter) è stato seguito da diverse scosse di assestamento. Sono giorni che la terra continua a tremare in quella zona, la vigilia di Ferragosto è stata registrata una scossa di magnitudo 4.7. Il ricercatore Giuliani che rileva la presenza di gas radon nel suolo sostiene che le sue stazioni siano troppo lontane dalla zona, ma ha invitato comunque i cittadini a dormire fuori, facendo finta di essere in campeggio.

INGV analizza le faglie dopo il terremoto in Molise

Fortissima la scossa di terremoto avvertita ieri sera in Molise, seguita da uno sciame sismico rilevante. Il comune nei pressi dell’epicentro è Montecilfone, tutte le altre sono state registrate a pochi chilometri. Non si registrano danni a persone o cose ma dopo il disastro di Genova i ponti sono tenuti sotto controllo, come quelli sulla Trignina. I Vigili del Fuoco hanno riscontrato solo la caduta di cornicioni.

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sta analizzando i dati per studiare le faglie attivate dopo il terremoto in Molise. La zona infatti è poco conosciuta dal punti di vista sismico. In una nota ha chiarito che la faglia si trova a 10-15 km a nord da quella che ha causato il terremoto di San Giuliano di Puglia nel 2002 e le caratteristiche sono simili. La zona è monitorata da tempo, il 25 aprile 2018 infatti è stato registrato un altro terremoto di magnitudo 5.2.

Giampaolo Giuliani e il gas radon

Giuliani è intervenuto con un post per rassicurare gli abitanti, il territorio infatti non dovrebbe produrre terremoti di grande magnitudo, le faglie più pericolose infatti sono quelle sulla costa adriatica e ionica. I dati delle stazioni di osservazioni del gas radon non sono rilevanti anche se la misurazione è più alta rispetto alla media stagionale a Coppito e Ripa Fagnano, energia sismica che potrebbe dissiparsi sotto forma di eventi sismici.

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